1. DI DISTINGUONO IN
1.1. strategie trasmissive asincrone e istruzione programmata
1.1.1. QUALI SONO LE MACROTIPOLOGIE (relative ai prodotti multimediali pensati per i processi didattici trasmissivi)?
1.1.1.1. testo sequenziale
1.1.1.2. audio sequenziale
1.1.1.3. video sequenziale
1.1.1.4. ipertesto navigabile
1.1.1.5. ipermedia
1.1.1.6. multimediale sequenziale
1.1.1.7. learning object in standard SCORM
1.1.2. QUALI CARATTERISTICHE INFLUENZANO LA PROGETTAZIONE DEI CONTENUTI?
1.1.2.1. apertura/chiusura
1.1.2.2. stabilità/instabilità
1.1.2.3. codici testuali, multimediali, interattivi
1.1.3. QUALI SONO GLI STUDI COMPIUTI NEL CAMPO DELLA PSICOLOGIA DELL'APPRENDIMENTO MULTIMEDIALE ?
1.1.3.1. teoria della doppia codifica (Paivio, 1991)
1.1.3.2. teoria del carico cognitivo (Chandler e Sweller, 1991)
1.1.3.3. modello dell'apprendimento multimediale (Mayer, 2001)
1.1.3.3.1. quali principi identifica?
1.1.4. QUALI SONO LE TECNICHE PER IMPLEMENTARE I MATERIALI ?
1.1.4.1. tecniche inerenti il processo di selezione
1.1.4.1.1. in che cosa consistono?
1.1.4.2. tecniche inerenti il processo di integrazione e memorizzazione
1.1.4.2.1. in che cosa consistono?
1.1.4.3. tecniche inerenti il processo di organizzazione
1.1.4.3.1. in che cosa consistono?
1.2. lezione sincrona in audio/video conferenza
1.2.1. QUALI SONO LE TIPOLOGIE?
1.2.1.1. lezione ipotetica o euristica
1.2.1.2. lezione espositiva o algoritmica
1.2.2. CHE COSA NE INFLUENZA L'USONELLA DIDATTICA ON LINE?
1.2.2.1. permette a un ospite di rilievo di portare la propria testimonianza ai discenti
1.2.2.2. riduce i costi (trasferta al testimonial)
1.2.3. CHE COSA NE INFLUENZA L'USO NEI CONTESTI BLENDED?
1.2.3.1. ottimizza il tempo della presenza
1.2.3.2. diminuisce i costi logistici
1.2.3.3. costruisce percorsi formativi prima impossibili da realizzare in presenza
1.2.4. QUALI SONO LE PROBLEMATICHE AD ESSA LEGATE?
1.2.4.1. richiede maggiore autonomia e resposabilità ai discenti
1.2.4.2. richiede competenze diffuse anche ai discenti
1.2.4.3. la sua conduzione è influenzata dalle condizioni della Rete
1.2.4.3.1. perché?
1.2.5. QUALE TATTICHE SI UTILIZZANO PER L'IMPLEMENTAZIONE DI TALE STRATEGIA?
1.2.5.1. buona pre-programmazione del percorso formativo
1.2.6. QUALI SONO GLI STEP DA SEGUIRE PER UNA CONDUZIONE EFFICACE?
1.2.6.1. testare il sistema in sessione privata
1.2.6.2. scegliere la giusta location
1.2.6.3. preparazione di materiali di supporto
1.2.6.4. decidere a priori una netiquette da proporre ai corsisti
1.2.6.5. decidere e comunicare ai corsisti la tecnica da utilizzare in caso di malfunzionamento tecnico
1.3. strategie narrative e digital story-telling
1.3.1. QUALI SONO LE FORME IN CUI SI DECLINANO?
1.3.1.1. storie da fruire (si mantiene il soggetto passivo)
1.3.1.2. storie che vengono costruite con la partecipazione del discente (si mantiene il discente attivo)
1.3.1.2.1. di che cosa si tratta?
1.3.2. PERCHE' SI UTILIZZANO?
1.3.2.1. costruire una soluzione rispetto a un problema di comprensione di un contesto
1.3.2.2. sollecitare l'attenzione del discente
1.4. modellamento
1.4.1. COS'E?
1.4.1.1. è una strategia trasmissiva, in cui, in fase iniziale il discente osserva il comportamento del modello; a poco a poco il focus si sposta sui di lui, che si fa sempre più attivo nella ripetizione delle azioni del modello
1.4.2. QUALI SONO LE POSSIBILITA' DI IMPLEMETAZIONE (TECNICHE)?
1.4.2.1. modellamento asincrono
1.4.2.2. modellamento sincrono
1.4.2.3. modellamento immersivo
1.5. discussione
1.5.1. QUALI SONO GLI ELEMENTI STRUTTURALI?
1.5.1.1. tema
1.5.1.2. scopo
1.5.1.3. assunzione da parte del doccente del ruolo di moderatore
1.5.1.4. eventuale presenza di co-moderatori
1.5.2. QUALI SONO I VANTAGGI?
1.5.2.1. vengono facilitati i procssi di scoperta
1.5.2.2. coinvolge un maggior numero di studenti nel percorso formativo
1.5.2.3. si alimentano le possibilità di confronto
1.5.2.4. si pongono le condizioni per facilitare l'assunzione di compiti e lo sviluppo di una maggioreresponsabilità e autonomia
1.5.3. QUALI SONO GLI INCONVENIENTI?
1.5.3.1. eccessivo tempo richiesto per trattare gli argomenti
1.5.3.2. non è assicurata la piena partecipazione di tutti
1.5.3.3. rischio che alcuni soggetti possano monopolizzare la discussione
1.5.3.4. i contributi possono risultare troppo dispersivi e poco significativi rispetto al tema centrale
1.5.3.5. può generare ansia comparabile al proprio senso di inadeguatezza rispetto all'uso dello strumento
1.5.3.6. genera minor coesione sociale e un maggiore senso di isolamento
1.5.3.7. è possibile attuare distorsioni semantiche dei contributi degli altri
1.5.4. ATTAVERSO QUALI STRUMENTI SI POSSONO IMPLEMENTARE?
1.5.4.1. strumenti di CMC sincrona (audio-video conferenza, chat)
1.5.4.1.1. quando si utilizzano?
1.5.4.2. strumenti di CMC asincrona (forum)
1.5.4.2.1. che cosa consentono?
1.5.4.2.2. quali inconvenienti hanno?
1.5.5. QUALI SONO I MODELLI DI INSEGNAMENTO/ APPRENDIMENTO BASATI SULLA DISCUSSIONE?
1.5.5.1. 5 step model (Salmon)
1.5.5.1.1. di quali fasi consiste?
1.5.6. DI QUALI TIPOLOGIE DI TECNICHE CI SI SERVE PER AVVIARLA?
1.5.6.1. tecniche di socializzazione
1.5.6.1.1. in che cosa consistono?
1.5.6.2. tecniche di moderazione
1.5.6.2.1. in che cosa consistono?
1.5.6.3. tecniche che alimentano e sostengono la discussione
1.5.6.3.1. in che cosa consistono?
1.6. studio di caso
1.6.1. QUALI SONO LE TIPOLOGIE?
1.6.1.1. decision case
1.6.1.2. issue case
1.6.1.3. case histories
1.6.2. ATTRAVERSO QUALI MICRO-FASI SI IMPLEMENTA?
1.6.2.1. fase espositiva
1.6.2.2. fase di processo
1.6.2.3. fase finale
1.6.3. QUALI SONO I LIMITI?
1.6.3.1. il livello di obsolescenza dei casi è rapido
1.6.3.2. è una strategia che poco si presta per attivare processi di apprendimento complessi
1.7. problem solving
1.7.1. DA QUALI DIMENSIONI SONO CARATTERIZZATI I PROBLEMI?
1.7.1.1. grado di strutturazione
1.7.1.2. complessità
1.7.1.3. dinamicità
1.7.1.4. specificità rispetto a un dominio
1.7.2. ATTRAVERSO QUALI MODALITA' SI EFFETTUA L'IMPLEMENTAZIONE ON LINE?
1.7.2.1. all'interno di applicazioni on line in grado di verificare in automatico la veridicità della risposta del discente senza l'intervento di un docente
1.7.2.2. il lavoro viene seguito da un docente che si occupa di fornire i suggerimenti e i feedback oltreché di gestire la restituzione finale
1.8. simulazioni e Serious Games
1.8.1. LA RIPRODUZIONE DEL MONDO REALE AVVIENE ATTRAVERSO CHE COSA?
1.8.1.1. rappresentazioni chiuse in cui l'utente è in grado di osservare gli effetti delle proprie manipolazioni, ma non è un attore diretto che interagisce con altri soggetti (ambienti simbolici)
1.8.1.2. ambienti in cui viene riproposta un'esperienza diretta, dove il discente ha un compito assegnato e deve impersonificare un attore (ambienti esperienziali)
1.8.2. QAULI SONO LE TIPOLOGIE DI AMBIENTI IMMERSIVI?
1.8.2.1. simulatori
1.8.2.2. Serious Games
1.8.2.2.1. quali vantaggi presentano?
1.8.2.2.2. quali sono le criticità?
1.9. Role Playing
1.9.1. QUALI SONO LE TIPOLOGIE?
1.9.1.1. RP addestrativi o strutturati
1.9.1.1.1. quando si utilizzano?
1.9.1.2. RP autentici
1.9.1.2.1. quali possono essere le tipologie? (alcuni esempi)
1.9.2. IN QUALI AMBIENTI SI POSSONO REALIZZARE?
1.9.2.1. ambienti ad alto livello di immersività
1.9.2.2. ambienti più scarni (basso livello di immersività)
1.9.3. QUALI SONO LE FASI OPERATIVE ATTRAVERSO CUI SI COSTRUISCONO RP ON LINE?
1.9.3.1. definizione del contesto d'azione
1.9.3.2. presentazione del problema
1.9.3.3. processo
1.9.3.4. debriefing e valutazione
1.10. gruppo di studio, progettazione, autocaso
1.10.1. QUANDO SI UTILIZZANO?
1.10.1.1. nei percorsi formativi pensati per preparare le persone a lavorare quotidianamente in gruppo
1.10.2. QUALI SONO LE TIPOLOGIE?
1.10.2.1. gruppo di studio
1.10.2.2. project work
1.10.2.3. autocaso
1.11. jigsaw
1.11.1. QUANDO E' UTILE QUESTA STRATEGIA?
1.11.1.1. per aumentare la motivazione per l'apprendimento anche ei soggetti che generalmente si trovano in difficoltà a emergere
1.11.2. QUALI SONO LE FASI ATTRAVERSO CUI SI APPLICA TALE STRATEGIA?
1.11.2.1. creazione di gruppi di 5/6 studenti eterogenei
1.11.2.2. scelta di un leader
1.11.2.3. divisione dell'argomento da studiare in numero di sottoargomenti equivalenti al numero di membri presenti in ogni gruppo
1.11.2.4. richiesta, ad ogni studente, di apprendere uno solo dei sottoargomenti per un tempo ritenuto sufficiente affinché si possa prendere confidenza con esso
1.11.2.5. formazione di gruppi temporanei per ogni sottoargomento, composti da soggetti che hanno approfondito lo stesso tema
1.11.2.6. riformazione dei gruppi originari e richiesta, ad ogni membro, di riportare agli altri i contenuti essenziali del proprio microargomento
1.11.3. QUALI TATTICHE SI DEVONO UTILIZZARE QUANDO EMERGONO DELLE PROBLEMATICHE?
1.11.3.1. bisogna adoperarsi perché l'atteggiamento di tutti sia positivo
1.11.3.2. se si riconosce un atteggiamento negativo, si può modificarlo gestendo i raggruppamenti in modo che si affianchino le persone che hanno meno fiducia negli altri con altre positivamente orientate al lavoro cooperativo
1.11.3.3. non bisogna mai far lavorare i gruppi troppo da soli (è necessario un monitoraggio costante di osservazione delle dinamiche)